...Forse quel pugno non sarebbe poi arrivato tanto presto.
Si, sapeva che Matisse era uno dei co-fondatori, ma proprio lui - insieme a Keyra, la #7 - non si vedevano quasi mai da quelle parti: avevano spiegato a tutti che loro preferivano viaggiare, stare sempre in movimento.
E, forse quel suo desiderio di libertà era dato proprio dal suo potere - dopotutto, come ingabbiare una saetta? -, ma non riusciva a smettere di bramarla. Non stava male all'asylum, questo era da mettere in chiaro - anzi, gli avevano dato un posto dove vivere.
Quando lo vide allontanarsi, si alzò a sedere, rimuginando sulle sue parole.
Gli ricordava Seth? Non sapeva davvero se la cosa fosse positiva o negativa.
Non ebbe il tempo di pensarci oltre, comunque, perchè Matisse era tornato e gli aveva appena fatto una proposta.
Sgranò gli occhi, alzando lo sguardo chiaro su di lui - no, non poteva averlo sentito davvero. Non...
Poteva.
Non ho fatto altro che farti del male. Se ne uscì, scuotendo il capo, confuso.
Perchè vorresti aiutarmi? Concluse, arretrando fino ad appoggiare la schiena al gradone superiore.
Non capiva, davvero. Matisse si stava comportando in modo totalmente diverso da prima - che avesse davvero scoperto il suo lato nascosto?
E poi...
Non saprei comunque dove andare. Mormorò, abbassando lo sguardo, nel tentativo di fuggire quello dell'altro.
Voglio uscire da qui, ma non posso tornare a casa, non...Non in questo stato. Continuò, alzando una mano giusto in tempo per fargli vedere una scintilla scoppiettare sul palmo della sua mano.
Non poteva di certo andare in giro ad abbrustolire la gente.