ready to die?, StoryLine.

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seven`
view post Posted on 22/7/2011, 13:17




-- somewhere, chamber#2. 2007Era stato immobilizzato in quel sudicio e scomodo letto ormai da mesi, anche solo muovere un dito gli era impossibile. La sua fronte era colma di sudore, il suo corpo surriscaldato all’inverosimile e il suo volto pallido e stanco: il suo organismo stava reagendo a quel dannatissimo virus, ogni cellula presente al suo interno si stava disintegrando, portando inevitabilmente il soggetto alla morte.
Nonostante provasse a dimenarsi, la sua forza veniva sempre meno e, assieme a essa, anche la volontà di vivere. Già, perché un’esistenza intera a dover sopportare le sciocche angherie di un padre, probabilmente sin troppo malato e marcio da poter considerare anche solo l’idea che quello si trattasse di suo figlio, non può essere chiamata vita.
D’altronde, un po’ era stata anche colpa sua: sin da piccolo, suo padre era stato un suo punto di riferimento, l’unica persona in grado di capire, in seguito alla mutazione, ogni suo problema e ogni suo disagio; un padre padrone sì, ma pur sempre un padre.
-- come ti senti?
« come un fottuto topo in trappola, non trovi? »
Quell’uomo era suo padre, l’artefice di quel supplizio senza fine era proprio l’uomo che lo aveva messo al mondo, assieme al contributo dell’ormai defunta moglie che mai, se solo fosse rimasta in vita, avrebbe permesso un tale scempio. E forse per questo l’uomo aveva dovuto farla sparire, far perdere ogni traccia della sua esistenza in giro e fornire poi al loro unico figlio una motivazione valida per non lasciar trapelare il suo senso dell’abbandono.
Un soggetto come lui non doveva provare forti emozioni, avrebbe vanificato ogni buon intento di suo padre di isolare quel virus e utilizzarlo a scopo personale.
Quello, però, era suo figlio. Come si poteva torturare il sangue del proprio sangue?
« liberami, papà... »
-- sai che non posso, obbedisco solo alla scienza.
« MA IO SONO TUO FIGLIO! »
Grandi urla s’innalzarono potenti all’interno di quella angusta struttura, il dolore di un figlio in gabbia avrebbe potuto abbattere le solide fondamenta di quel laboratorio, se solo la forza di volontà fosse stata prorompente quanto il suo dolore.
Sì, perché per lui quella sarebbe stata una sofferenza eterna, mai avrebbe ottenuto libertà e rispetto da quello stesso padre che aveva osato sfruttare la malattia di suo figlio per far del bene, a suo dire, solo a se stesso medesimo. Per quale motivo vi chiederete, vero?
Semplice: suo figlio era immortale, e lui avrebbe continuato a tenerlo sotto controllo per fermare anche la sua, di età. Un patto che, secondo il suo stesso perverso pensiero, era più che ragionevole, ma che probabilmente non tenesse mai conto di una cosa davvero importante: Seth non era solo no, non lo era mai stato tuttavia. E presto qualcuno sarebbe venuto a salvarlo.

x asylum, jersey. 1991 --Il virus era stato efficacemente isolato e, individuato il ceppo, causa della devastante epidemia che stava ammazzando gente di ogni tipo e da ogni parte del mondo, la situazione globale sembrava esser migliorata a vista d’occhio.
Il Dr. John James – lo stesso psicopatico che, qualche anno più tardi, avrebbe fatto di suo figlio una cavia umana – era a capo dell’intera sperimentazione, e pareva anche esser stato il primo scienziato ad aver scoperto l’esistenza del suddetto virus, contenuto in un bacillo infettivo contenuta in una pozzanghera d’acqua vicino casa sua. Il tutto era cominciato in una piovosa estate del 1989 quando Seth, unico figlio di John e Linda, cadde accidentalmente in quella stessa pozzanghera d’acqua che, in un modo alquanto insolito e improbabile da tutti i punti di vista, fu anche fulcro di una violenta scarica elettrica che colpì in pieno il corpo esile del bambino decretandone l’inevitabile morte.
Inutile descrivere il dolore dell’intera famiglia che, raccolto il suo corpo caldo da quella pozza che ormai era colma di sangue più che di acqua, lo ricondusse in casa sua per sperare, per un’ultima volta, che tutto fosse a posto. I suoi occhi erano spalancati e colmi di paura per l’incidente; le sue minuscole dita tese e bruciate e le sue vesti ormai ridotte in poco più che cenere.
Poi il miracolo.
-- è... vivo...
Sì, era proprio vivo, disperato e dolorante per l’incidente ma ancora tremendamente e stranamente vivo. Linda quasi perse i sensi, vedendolo sorridere ancora una volta dopo l’apparente stato di morte che l’aveva quasi costretta a togliersi la vita per raggiungere il piccolo ovunque egli si trovasse.
La storia, tuttavia, non deve essere guardata dal punto di vista di Linda, e neppure da quello dell’intera famiglia James. Già, perché non passò molto altro tempo prima che casi simili a quelli del piccolo Seth venissero ripetuti in più parti del mondo, documentati dai media più fortunati e presenti nel luogo dell’accaduto e, inevitabilmente, studiati e analizzati dallo scienziato che, osservando la bizzarra capacità del suo pargolo di essere praticamente indistruttibile, cominciò a ritenere che la causa di tutto ciò avesse a che fare non solo con la scarica elettrica che, puntualmente, colpiva ogni soggetto vicino a una fonte d’acqua stagnante, ma che il vero fulcro di tale fenomeno provenisse proprio dall’acqua.
Il virus era stato dunque trovato, bisognava solo capire quale tipo di malattia provocasse nell’essere umano.

inhumona alogenya craysis: virus scoperto intorno al XX secolo e causa di strani mutazioni all'interno dello stesso individuo, portatore della malattia.
Le origini scatenanti della suddetta sono ancora sconosciute, pertanto si ritiene che vi sia un unico modo di analizzare la cosa da un punto di vista scientifico e bio-medico: prendere possesso di tale virus nella medesima maniera del soggetto infetto, o anche analizzare approfonditamente ogni singolo individuo portatore.


Questo quello che, in grandi linee, veniva descritto in ogni dizionario riguardante la IAC, ceppo unico della malattia infettiva che presto attirò l’attenzione di tutti i più morbosi scienziati che, curiosi di scoprire quali altri sintomi provocasse la malattia, ebbe la lucida idea di sottoporre qualunque soggetto ritenuto portatore del virus a pesanti e dolori esperimenti, al fine di estrarre direttamente il male senza però doverlo contrarre per via naturale, com’era plausibile che avvenisse in condizioni normali e già descritti dal Dr. James.
Peccato che, dapprima contrario allo scempio mostrato dai suoi colleghi, fosse vittima anch’egli della bramosia e dalla voglia di ottenere lo stesso incredibile potere che pareva mostrare il piccolo Seth.
Si parlava infatti di immortalità, probabilmente l’unica anomalia in grado di garantire al soggetto la vita eterna, rispetto invece a tutti gli altri casi in seguito deceduti per via di capacità sovrannaturali non efficaci a contrastare l’azione devastante della malattia.
La società stava dunque evolvendosi: tutto era cominciato da un insulso virus sconosciuto e da una semplice tempesta elettrica, e ora l’uomo stava già oltrepassando i limiti concessi dalla Natura divenendo schiavo delle proprie ambizioni. Si parlava già di “era supernaturale” o anche di “età della rivoluzione biologica” , il concetto però era sempre lo stesso: vi erano umani in grado di accedere a capacità straordinarie e fuori dal comune, così come vi era gente disposta a uccidere, pur di ottenere tale privilegio.

-- that damn chamber#2, 2011La sua condizione di prigionia stava diventando davvero insopportabile, suo padre non si sarebbe fermato sino a quando non avesse ottenuto ciò che voleva. Condizione alquanto impossibile, dato che era stato ormai dimostrato che oramai il virus non era più in grado di contagiare i soggetti esposti alla malattia, ma fosse ormai una condizione naturale e genetica insita nel feto di ogni individuo alla prima settimana di nascita.
Non era più un incidente, era ormai diventata una tragedia per alcune famiglie, un dono per altre; scoprire di possedere un discendente IAC – così venivano identificati – era un evento inaspettato e spesso desiderato con ardore e, benché non tutti fossero in grado di sviluppare chissà quale assurdo o strano potere, era già troppo che il ceppo avesse sviluppato una notevole resistenza fisica tale da non mandare all’obitorio nessuno prima degli ottant’anni.
Ora, si può ben intuire quanto fosse dolorosa per Seth quella condizione di prigionia: non poteva morire, non sarebbe mai morto e, con egli, neppure la lucida follia di suo padre, ormai parassita di un figlio non più meritevole di vita, almeno a suo dire.
Avevamo tuttavia accennato al fatto che il giovane non fosse solo a quel mondo; aveva difatti conosciuto e stretta alleanza con una dozzina di soggetti infetti che, venuti a conoscenza della sua reclusione forzata e agonizzante, non persero tempo nel dimostrare fedeltà all’unico individuo che avesse mostrato capacità degne di essere ricordate nei migliori libri di storia.
Seth era considerato il Leader degli IAC, e presto la sua fama lo avrebbe preceduto.

{ storia interrotta, non si possiedono dati sufficienti a descrivere l'accaduto. }

x asylum, jersey. 2011 --Venti, lunghissimi anni da che Seth avesse ricordo di quella grande struttura che non solo aveva offerto a suo padre – scomparso misteriosamente dopo esser stato liberato – l’occasione di studiare la IAC, ma che offriva anche spazio a tutti i soggetti di insediarsi ai fini di una convivenza lontano da occhi indiscreti, scienziati pazzi o semplici sostenitori di questi ultimi.
La x asylum divenne ben presto il centro unico a disposizione di tutti gli IAC dello Jersey, per poi estendere la sua presenza in tutto il mondo, rivolto dunque a tutti quei soggetti che, costretti a scappare o semplicemente vogliosi di scoprire di più sul mondo nel quale era inevitabilmente finito, venivano magicamente invitati a far parte del “gioco”.
Già, perché Seth non fece della struttura una semplice accademia di ritrovo per individui speciali, ma bensì ritenne che la loro meritata presenza fosse tutta da dimostrare. E, proprio per questo, si sparse la voce di una strana iniziativa firmata IAC’s players, denominata in seguito “the cube” : all’interno dell’x asylum aveva trovato il modo di scatenare il potere del virus prima che lo stesso soggetto se ne rendesse conto; un semplice invito sarebbe sembrato, una sorta di gioco cui nessun invitato potesse mancare. Poi, la vera ragione dietro il cubo: una grande camera in grado di ricreare le condizioni necessarie affinché l’individuo potesse sviluppare i suoi poteri, in cambio ovviamente della sua eterna presenza all’interno di quella struttura.
Nessuno sarebbe scampato alla missione globale di Seth l’immortale, era solo questione di tempo prima che…

Tutti dovranno descrivere la loro permanenza nel cubo, assieme alla conseguente scoperta di essere un invididuo speciale e di far parte dell'x asylum.
Tale processo è inevitabile.



Edited by seven` - 22/7/2011, 15:34
 
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